Alpi OROBIE Valtellinesi, montagne da conoscere
Titolo: | Alpi OROBIE Valtellinesi, montagne da conoscere |
Categorie: | Scienza e Natura |
LibroID: | SNA-xx |
Autori: | Guido Combi |
ISBN-10(13): | 00001 |
Editore: | Fondazione Luigi Bombardieri |
Data pubblicazione: | 2011 |
Number of pages: | 336 |
Lingua: | Italiano |
Prezzo: | 0.00 |
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Fondazione Luigi Bombardieri Il Presidente - Stefano Tirinzoni La scultura geografica della Valtellina è definita dal solco glaciale abduano, marcato dal versante solatìo delle Alpi Retiche e dalla contrapposta sponda a bacìo della catena delle Alpi Orobie; è questo un contesto di grande natura e di singolare cultura, un contesto montano che fu un tempo abitato, coltivato ed utilizzato dal fondovalle alluvionale, con il mosaico dei campi segnato dal corso dell’Adda, che alterna naturali lenti meandri e dolci lunate con artificiali tratti rettilinei, su su per le pendici di boschi, prati inclinati, maggenghi ed alpeggi, fin sotto le creste che Fabio Besta soleva definire “dirupate e ferrigne”. Questo territorio vive oggi una straordinaria stagione di “wilderness“ di ritorno a seguito dell’abbandono, progressivo quanto forse inesorabile, delle attività di selvicoltura, di mineraria e di pastorizia e si offre come un ricco patrimonio di naturalità e cultura alpina, facilmente accessibile, per la vasta, popolosa e vicina comunità prealpina e padana. Un ambito montano che era luogo di passo e di transito, occasione per comunicare con la realtà del fuori valle, e che dall’uso dell’acqua traeva fonte di energia pulita per le attività minerarie e metallurgiche, per la gestione dei boschi, per la lavorazione del legno e per le pratiche casearie, legate al carico delle alpi di Lombardia, un Parco che fu promosso dal Club Alpino Italiano, per merito in primo luogo della Sezione di Bergamo, e che divenne realtà grazie al lavoro difficile e contrastato di un Comitato Istitutivo, al quale, se mi si concede il ricordo personale, io stesso partecipai nel 1982 in rappresentanza del Convegno delle Sezioni Lombarde del CAI. Ebbene questo territorio del versante valtellinese delle Alpi Orobie è trattato in poche pubblicazioni e tutte di settore, vuoi geografico vuoi tematico, e non aveva ancora trovato un testo che lo descrivesse nella sua interezza e complessità; si deve riandare alla edizione del 1957 delle “Alpi Orobie” della Guida dei Monti d’Italia del Club Alpino Italiano e del Touring Club Italiano, curata da Alfredo Corti, Bruno Credaro e Silvio Saglio, per trovare un libro organico, seppure di taglio prettamente alpinistico, che tratti di questa catena alpina. L’opera che presentiamo copre questo vuoto editoriale e si propone di illustrare le peculiarità di un ambiente complesso con una serie di saggi e contributi culturali che descrivono le varie convalli e che spaziano entro l’ampio ventaglio delle tematiche paesistiche, ambientali, naturalistiche, etnografiche, letterarie e storiche che connotano le Alpi Orobie come montagne da scoprire; una raccolta di testi per i quali il corredo fotografico assume solo il ruolo di supporto conoscitivo e non intende proporsi come occasione di mera visualità e contemplazione. La particolarità di quest’opera risiede proprio nell’essere il frutto del concerto delle competenze di oltre quaranta esperti ed appassionati che, ognuno per la sua parte, hanno raccolto conoscenze ed esperienze maturate in lunghi anni di frequentazioni, esplorazioni, ricerche e studi. Se tutto ciò si è reso possibile lo dobbiamo all’”Annuario” della storica Sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano, che da tempo, ed in particolar modo nel 2008, ha proposto articoli e saggi sulle Orobie Valtellinesi; e non poteva essere altrimenti dal momento che l’esplorazione di queste montagne fu al centro dell’attenzione degli alpinisti fin dai primi anni della attività del Club Alpino Italino in Valtellina a partire dal lontano 1872; non è quindi un caso che l’ideazione redazionale di questa pubblicazione sia stata proprio del direttore dell’”Annuario” Guido Combi; a lui ed ai tanti esperti, autori dei saggi, va il nostro particolare ringraziamento. La missione della Fondazione Luigi Bombardieri si fissa nel promuovere presso i giovani l’alpinismo, proposto non solo come mera attività sportiva, nella quale la prestanza fisica, l’allenamento muscolare e la padronanza delle tecniche dell’arrampicare sono importanti, quanto non esaustive, ma anche un alpinismo disvelato come fatto di cultura, come occasione di conoscenza delle montagne, della loro costituzione fisica, della loro storia, del loro farsi paesaggio attraverso le trasformazioni dell’opera dell’uomo. Un alpinismo che è un percorrere le montagne con la testa e con il cuore più che con le gambe, per poter vivere l’esperienza e l’emozione della scoperta, per cimentarsi con l’avventura e con le sue incertezze, per cercare le suggestioni poetiche che si celano entro gli spazi dei paesaggi dei pascoli alpestri e nelle forme dell’acqua, che spumeggia nelle cascate, gorgoglia nelle “marmitte dei giganti” e si fa specchio del cielo nei laghi alpini, per farsi pervadere dalle correnti emozionali che salgono dalle pareti e dai colatoi delle rupi e delle creste, per ascoltare infine il sussurro del silenzio che sibila nei boschi. Le Alpi Orobie sono di certo una importante parte di quel “terreno di gioco d’Europa”, descritto da Leslie Stephen fin dal 1871, ma ancor più costituiscono un raro esempio di paesaggio che lascia intuire in ogni dove la vita umana e le forme sociali che vi si sono sviluppate, lasciandovi segni indelebili, ricchi di storia e di cultura; con questa pubblicazione queste Alpi Orobie Valtellinesi le vogliamo proporre soprattutto ai giovani ed in genere agli appassionati dell’andar per monti come occasione di nuove corroboranti esperienze e fonte di compiacimento e di personale arricchimento spirituale. |